Mario Gomboli

Mario Gomboli con l'albo numero mille ...che ancora non esiste
Mario Gomboli con l'albo numero mille ...che ancora non esiste
Mario Gomboli con il Diabolik cinematografico John Phillippe Law
Mario Gomboli con il Diabolik cinematografico John Phillippe Law
Mario Gomboli con Armando Traverso e arturo Villone alla Rai in occasione degli sceneggiati radiofonici di Diabolik
Mario Gomboli con Armando Traverso e arturo Villone alla Rai in occasione degli sceneggiati radiofonici di Diabolik

Mario Gomboli fu chiamato da Luciana Giussani   a dirigere la casa editrice al suo posto, quando lei si è sentita stanca (e purtroppo era anche gravemente malata).

Mario Gomboli si è reso conto di avere in mano un personaggio conosciuto e affermato ma ancora tutto da sfruttare ed riuscito a richiamare un’ attenzione attorno a Diabolik che, inbreve, è cresciuta in maniera smisurata.

Il personaggio oltre a varie ristampe e agli speciali è arrivato a fare campagne pubblicitarie (vedi l’ultima della Twingo Renault) sceneggiati radiofonici, mostre itineranti, Diabolik Fest e tutta una serie di avvenimenti che hanno fatto si che il ritorno di immagine sia per lo meno quattro volte superiore a quello che il personaggio aveva prima. Ma Diabolik non si ferma qui, anzi ha grosse prospettive per il futuro, da anni  c’è in cantiere un film che se tutto va bene dovrebbe arrivare nelle sale.

Naturalemente con una rivitalizzazione del personaggio, di questa portata, anche il mercato legato ai gadgets ed al merchandising ha avuto un impennata tremenda. Diabolik Club, cartoni animati e nuove iniziative hanno fatto si che è diventato impossibile anche per i collezionisti più incalliti stare dietro a tutto il materiale prodotto.

Recentemente sono state realizzate le cose più interessanti sia dall’Astorina stessa (vedi libro e cd del Remake del nr. 1, video catalogo e vari gadgets) che dal Diabolik Club (Diabolik in the world, ristampa anastatica del nr. 2 con disegni originali mai ristampati, albetti fuori serie ecc..).

  Vediamo di conoscere meglio il protagonista di questa seconda giovinezza di DIABOLIK:

MARIO GOMBOLI nasce a Brescia (Italia) nel luglio 1947. Ancora bambino si trasferisce a Milano. Alla redazione del Pilone, il giornalino del liceo scientifico Volta, incontra  Alfredo Castelli, che già frequenta l'ambiente del fumetto e sta creando la prima fanzine italiana. Così viene presentato alle sorelle Angela e Luciana Giussani e inizia (1966) una collaborazione ai soggetti di Diabolik che durerà a lungo e lo porrà negli anni Duemila alla guida della casa editrice.
Sempre grazie all'amico sceneggiatore, nel 1967 inizia a collaborare con Maria Perego, scrivendo le sceneggiature per la serie televisiva "Lupo Lupone e Cappuccetto a pois". Nel 1968, con  Alfredo Castelli, Marco Baratelli e Carlo Peroni fonda la rivista satirica Tilt per l'editore genovese Florenzo Ivaldi.Si laurea in architettura e con un gruppo di vecchi amici fonda lo studio Arcoquattro (architettura d'interni e graphic design), che firma  i caroselli B Ticino premiati nel 1975 al Festival della fantascienza, allestisce il Salone internazionale dei comics di Lucca dal 1975 al 1977 (mentre Gomboli è vicedirettore del Salone), progetta il marchio di Retequattro (di Mondadori) eccetera.
Nel 1973 Gomboli inizia una collaborazione con il settimanale francese  Pif Gadget, creando le allegre scenette di Zoo Pazzo e i 7 episodi di Milo Marat (disegnati da Bonvi.
Intraprende con successo anche la strada dell'autore "completo", disegnando da sé le proprie creazioni. Nascono così i primi libri ("Zoo Pazzo", Rizzoli 1974) e illustrazioni per diversi periodici (Cosmopolitan, Starbene, Insieme, Mamma & baby, Annabella, Vogue Bambini, L'Europeo eccetera) fino al 1982, quando lascia tutto questo, vince un concorso per la cattedra di Composizione alla facoltà di Architettura di Algeri e si trasferisce oltremare per un anno.
Ritornato in Italia, riprende l'attività con Arcoquattro e, grazie all'aiuto dell'illustratrice Nadia Pazzaglia, produce nel 1984 per La Coccinella il suo primo vero libro-gioco: "I Mesi Pazzi", su testi di Laura Magni; motivato anche dalla nascita della prima figlia, Agnese, lo farà seguire da più di cento altri titoli per l'infanzia per editori diversi. Il successo del suo buffo modo di rappresentare gli animali attira l'attenzione di alcuni pubblicitari: nascono così, tra l'altro, la serie degli animaletti-testimonial per la Milupa (a partire dal 1989), la mascotte dei Campionati del mondo di sci nordico (SKIRY 1992) e il cagnone per Chocapic Nestlè (1993).
Nel 1989 viene chiamato dal direttore di Airone Salvatore Giannella a dar forma alla vecchia idea di un Airone Junior (poi Dodo), e collabora con articoli, giochi, illustrazioni e poster a ogni numero della rivista.
Cercando di trasferire ad altri la miscellanea delle sue esperienze, tiene corsi e stage per aspiranti illustratori (presso l'Istituto Europeo di Design, ma anche presso la Scuola di illustrazione di Venezia e altrove) e incontri con insegnanti e bambini delle scuole elementari presso biblioteche di tutta Italia. Dal 1994 tiene addirittura un corso di disegno alla radio della Svizzera italiana. Aggiunge sempre nuovi interessi (giochi, pop-up, figurine), stili (come il fascino delle immagini in bianco e nero, testimoniato dalla collaborazione con la Sperling & Kupfer), personaggi (come Mammagallina per Mondadori e Luporosso per Fabbri). Nel frattempo arriva la seconda figlia, Nicoletta.
Nel 1998 è chiamato daLuciana Giussani a "continuare la sua diabolika avventura" con il ruolo di socio e direttore generale della Casa Editrice Astorina, e dopo la scomparsa delle due editrici e scrittrici che avevano creato il fortunato personaggio, capostipite dei "neri", assume interamente l'impegno editoriale compiendo scelte innovative, con il coinvolgimento di nuovi autori.

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