La locandina del 1964

La versione col retro bianco, della locandina del 1964
La versione col retro bianco, della locandina del 1964

Svelato un segreto d’annata:

la doppia versione della locandina del giugno 1964

 

Oggi, oltre alla tradizionale presenza in edicola arricchita da diverse edizioni su licenza, Diabolik è diventato testimonial di importanti campagne pubblicitarie (auto Twingo Renault, complementi d’arredamento Pointex, gioielli The 1, solo per citarne alcuni ), interprete di sceneggiati radiofonici, oggetto di mostre itineranti, invitato d’onore al Diabolik Fest e a tutta una serie di avvenimenti che hanno fatto si che il suo “ritorno di immagine” sia almeno quadruplicato negli ultimi 5-6 anni.

Ma Diabolik non si ferma qui, e ha grandi prospettive per il futuro: infatti da anni c’è in cantiere un film che se tutto va bene dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2008.

Naturalmente con una rivitalizzazione di questa portata del personaggio, anche il mercato legato ai gadgets ed al merchandising ha avuto un’impennata tremenda. Diabolik Club, cartoni animati e nuove iniziative hanno fatto si che sia diventato impossibile anche per i collezionisti più incalliti stare dietro a tutto il materiale prodotto. Il primo distributore di gadgets è stato proprio lo stesso Diabolik: in quarant’anni di vita editoriale gli albi sono stati accompagnati da una serie di omaggi che hanno fatto la felicità dei lettori. Nel primo periodo di vita editoriale, a dire il vero, i gadgets vennero dispensati molto raramente, in occasione di numeri speciali (come il cinquantesimo o il centesimo numero) o in concomitanza di avvenimenti particolari (come l’uscita nelle sale cinematografiche italiane del film dedicato proprio al ladro in calzamaglia).

Senza nulla togliere ai gadgets prodotti recentemente mi sento di poter affermare che è proprio questo materiale “storico” ad interessare maggiormente i collezionisti.

 

Ogni tanto spunta fuori un nuovo pezzo ai più sconosciuto, un po’ come è successo con l’albetto promozionale di quattro pagine dell’episodio “Eredità di sangue”, che fu realizzato nel febbraio del 1965. Per anni si è sentito parlare di questo albetto senza che nessuno lo avesse visto al punto che in molti hanno avuto il sospetto che si trattasse di una leggenda, tirata fuori da qualcuno e alimentata dal conseguente passaparola fra commercianti e collezionisti. L’arcano fu risolto dal compianto Brenno Fiumali che raccontò di come le sorelle Giussani preoccupate di perdere lettori per colpa di quella serie di “imitatori”che si erano affacciati nelle edicole, decisero di stampare questo albetto – con alcune vignette a fumetti e di regalarlo ai passanti della stazione di Milano.

Nei primissimi anni di vita editoriale, vennero realizzati diversi “supplementi” agli albi: si tratta di locandine, manifesti o semplici volantini che riproducono immagini legate al fumetto (il più delle volte tratte dalle dalla copertina del numero da pubblicizzare) e non collezionate all’epoca quindi andate tutte perdute…...le poche copie rimaste rappresentano quindi autentiche rarità.

Di alcuni oggetti ne esistono addirittura diverse versioni ed il motivo rimane il più delle volte sconosciuto ai collezionisti.

Questo però non è il caso della locandina di piccolo formato 9,4 x 24,9

 

Uscita come suplemento al numero 18 del 1964, di questa locandina di piccolo formato infatti ne esistono due versioni:

 

-su carta sottile (dal retro quasi trasparisce l’immagine) e con retro completamente bianco

 

- su una carta più pesante e con il retro coperto da una zigrinatura (una specie di reticolo nero)

 

L’immagine che compare su questa locandina e tratta da un disegno di Marchesi e precisamente e ripreso dalla spash page del numero 5 “Il genio del Delitto”. I colori nelle due diverse versioni sono differenti, infatti nella versione col retro completamente bianco, sono più spenti rispetto a quelli molto più vivaci della seconda versione.

Questo particolare ha dato adito ad una piccola discussione fra i collezionisti:

da una parte chi era convinto che la locandina è una unica,   stampata su due diversi tipi di carta e dall’altra parte coloro convinti del fatto che esistano due diverse locandine stampate in due volte distinte. Il fatto che i colori siano diversi tra le due versioni poteva dar ragione a coloro che sostenevano la seconda ipotesi, ma gli altri ribattevano dicendo che adoperando due tipi di carta divesa l’assorbimento dei colori non puo’ essere lo stesso.

Questo dubbio è rimasto per anni, fino a quando pochi mesi fa ne ho parlato con Alberto Pacino un mio carissimo amico e collezionista di Roma.

Lui anni fa ebbe precise informazioni proprio da Luciana Giussani, durante una sua visita presso la casa editrice Astorina.

Alberto si trovava a Milano e si trovò a passare proprio davanti all’edificio in cui si trova la casa editrice e decise di affacciarsi per vedere anche solo “da fuori” la mitica Astorina.

Una volta entrato chiese al portiere quale fosse l’ufficio dell’Astorina ed il portiere gli consigliò di suonare al campanello. Alberto fu accolto con molta gentilezza da Luciana Giussani in persona e fu invitato ad entrare e a visitare i locali. Fu durante questa visita che Alberto vide una delle due locandine appese al muro, all’interno di una cornice e chiese alla signora Giussani quale delle due versioni fosse. Luciana Giussani si meravigliò molto del fatto che Alberto fosse a conoscenza dell’esistenza delle due versioni e gli spiegò il perché di quella doppia versione.

Quella locandina fu realizzata con l’intento di darne un certo quantitativo ad ogni edicolante, in modo che una volta esposta potesse aiutare ad incrementare le vendite di Diabolik. Quasi tutti gli edicolanti però invece di esporla, la usarono tipo di block notes, per fare i conti di fine giornata approfittando del fatto che il retro fosse completamente bianco. Le sorelle Giussani se ne resero conto personalmente visitando alcune edicole di Milano e allora decisero di ristampare una seconda volta la locandina, facendo attenzione a “sporcare” il retro. Fa un certo effetto pensare che un oggetto oggi tanto raro e ricercato sia stato usato per il classico conteggio del “bottegaio”. Un altro piccolo segreto svelato, ma chissà ancora quanti segreti ci saranno attorno al “primo” Diabolik.